Il diabete mellito nel gatto è una patologia che negli ultimi anni è diventata sempre più frequente. E’ molto simile a ciò che avviene nell’uomo in cui questa malattia è diventata una delle maggiori cause di patologie croniche nel mondo industrializzato. Da un punto di vista del meccanismo patogenetico uomo e gatto condividono molte somiglianze tant’è che il gatto è usato come modello per meglio comprendere come aiutare anche gli uomini con questa grave malattia cronica.
Nella maggior parte dei casi il diabete nel gatto è di tipo II, come nelle persone anziane, fattori predisponenti sono il sovrappeso e lo stile di vita sedentario. Almeno inizialmente l’insulina è presente ma non riesce a svolgere correttamente la sua funzione. Il sospetto clinico si ha in quei soggetti che bevono ed urinano più del solito, hanno molto appetito e nonostante ciò dimagriscono.repliche orologi
La diagnosi di diabete è relativamente semplice, si basa sul riscontro dei segni clinici compatibili e presenza di iperglicemia e glicosuria (elevate concentrazioni di zucchero nel sangue e nelle urine). Nel gatto il solo riscontro di elevate concentrazioni ematiche di glucosio non è sufficiente a diagnosticare il diabete, perché questa specie è molto sensibile e stressabile in visita e quindi ci possono essere dei falsi riscontri di iperglicemia.
La terapia è il punto cardine, perché, se effettuata correttamente soprattutto nelle prime fasi della malattia, alcuni soggetti possono andare in remissione clinica, ovvero di non necessitare più di insulina.
Perché la terapia abbia successo è indispensabile una stretta collaborazione tra il Medico Veterinario con speciali competenze endocrinologiche, il proprietario ed il paziente. Si basa sull’utilizzo di insulina, cambio di alimentazione e di stile di vita. I controlli nelle prime fasi sono fondamentali per stabilizzare il paziente. Se questi principi vengono rispettati è molto probabile che il nostro paziente possa vivere una lunga esistenza felice.