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IL MORBO DI ADDISON NEL CANE: QUANDO LO STRESS PUÒ RISULTARE FATALE

Feb 2019

Cari proprietari oggi abbiamo il piacere di avere come ospite la Dr.ssa Paola Palagiano DVM, SCMPA, ESVPS GP Cert(SAM), che ci parlerà del morbo di Addison.
La collega si occupa di medicina interna con una vera passione per l’endocrinologia, è membro ESVE (European Society Veterinary Endocrinology) e consigliere SIMIV ed è il Direttore Sanitario della Clinica Veterinaria Meda in provincia di Monza/Brianza.

Ciao Paola, oggi ci parli del Morbo di Addison o ipoadrenocorticismo nel cane, giusto?
Esatto. Quando parliamo di Morbo di Addison dobbiamo pensare a una carenza di ormoni che sono normalmente prodotti dalle ghiandole surrenali dei nostri cani (e anche dalle nostre). Queste ghiandole possono andare incontro a distruzione (spesso per fenomeni immunomediati ma anche a seguito di traumi, lesioni granulomatose o neoplastiche) e non essere più in grado di produrre degli ormoni indispensabili alla sopravvivenza: il cortisolo e l’aldosterone. Perché si osservino dei segni clinici almeno il 90% delle ghiandole non deve essere funzionale, ovvero la distruzione deve essere quasi completa.

Che ruolo svolgono questi ormoni nell’organismo?
Il cortisolo è l’ormone che permette all’organismo di rispondere a fenomeni stressanti, interviene nella produzione di calore e nel mantenimento della pressione arteriosa, influisce sulla digestione e assorbimento degli alimenti.
L’aldosterone invece è l’ormone che serve a mantenere l’equilibrio salino dell’organismo. Interviene trattenendo il sodio ed eliminando i potassio.

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E quando mancano questi ormoni che cosa succede?
La carenza di cortisolo causa ipotensione (abbassamento della pressione e quindi debolezza), ipoglicemia, anoressia, vomito, diarrea, perdita di peso, debolezza muscolare e maggiore suscettibilità allo stress.
La carenza di aldosterone porta ad una diminuzione del sodio ematico e un aumento del potassio. Le conseguenze cliniche di questo squilibrio sono la poliuria (tante urine) e la conseguente polidipsia (bevono molto) c’è poco volume ematico circolante (ipotensione) con effetti sulla gittata cardiaca e sul trattenimento di tossine da parte di un rene che non riesce a filtrare il sangue. Inoltre è presente uno squilibrio metabolico noto col termine di acidosi metabolica. Nelle forme più gravi si osserva anche un deterioramento della funzione cardiaca che può portare alla morte.

Ci sono delle predisposizioni per il morbo di Addison?
Il morbo di Addison colpisce prevalentemente soggetti giovani, spesso femmine. Alcune razze canine risultano predisposte: tra queste i barboni, soprattutto standard, il Nova Scotia duck tolling retriever, il bearded collie, in cui è riconosciuta una componente genetica, ma sono predisposti anche alani, rottweiler, west Highland White terrier, springer spaniel.

Quando si può mettere fra le varie ipotesi il Morbo di Addison?
L’insorgenza della patologia può essere acuta o graduale con episodi di malessere gastroenterico che si risolvono con fluidoterapia, riposo ed eventuale uso di corticosteroidi. Spesso un evento stressante come un viaggio, una chirurgia o una malattia concomitante scatenano la crisi. Purtroppo i segni clinici sono in genere vaghi, con anoressia, vomito, diarrea, dolore addominale e debolezza più di frequente. Spesso c’è poliuria e polidipsia. Talora si osserva la presenza di tremori, crampi muscolari ed emorragie intestinali.
Nel 30% circa dei casi non si osserva negli esami del sangue quell’alterazione degli elettroliti (sodio e potassio) che è tipica delle forme classiche della malattia. In genere in questi soggetti la sintomatologia è più lieve e subdola e il sospetto diagnostico meno intuitivo.

Quindi è una patologia difficile da diagnosticare, si va per esclusione?
Diciamo piuttosto che è necessaria una certa sensibilità e conoscenza della patologia. Un mio maestro diceva che “Non si può cercare quel che non si conosce”. Un medico internista ha questa sensibilità e può sospettare la patologia quando vi siano segni clinici compatibili. Ricordiamo che non ci sono segni patognomonici e che questa malattia, soprattutto nelle fasi iniziali, può essere confusa con molte altre. Per questo motivo capita di vedere pazienti che si trascinano la malattia da lungo tempo.

Quando il paziente arriva a scompensare si parla di crisi addisoniana, giusto?
Esatto, la crisi addisoniana è un’emergenza medica legata agli squilibri elettrolitici associati alla carenza degli ormoni, cortisolo e aldosterone. I soggetti colpiti sono in uno stato di estrema debolezza, spesso hanno vomito o diarrea, sono disidratati. Nonostante il grave stato di shock il cuore batte lentamente (bradicardia). Questi pazienti rispondono alle terapie con somministrazione di fluidi endovenosi.
Quindi possiamo dire che se il morbo di Addison non viene diagnosticato in tempo può essere letale?
Assolutamente sì! Lo scorso inverno mi sono stati riferiti due casi in cui i pazienti sono arrivati quasi in stato comatoso. Nel secondo, la collega referente, pensando a dolori muscolari, aveva somministrato discrete dosi di antinfiammatori che avevano tra l’altro esacerbato una grave emorragia intestinale. Per salvare la cagnolina, avevamo dovuto effettuare anche una trasfusione ematica.
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Come si diagnostica la crisi addisoniana?
E’ insolito che un cane presentato in shock abbia una bradicardia (battito cardiaco insolitamente lento)
Il sospetto clinico deve essere supportato da coerenti riscontri di laboratorio. Inizialmente gli esami di base (esami emocromocitometrici, biochimici e delle urine) possono essere suggestivi, soprattutto se all’emocromocitometrico si osserva un’alterazione qualitativa dei globuli bianchi (aumento dei linfociti a discapito dei neutrofili, eosinofilia). A volte si ha riscontro di anemia. L’esame biochimico spesso indica un aumento degli enzimi renali (per cui può essere confusa con una patologia da danno renale acuto). Nel caso dell’Addison questi enzimi sono alterati perché troppo poco sangue giunge al rene per essere depurato e le tossine si accumulano nel circolo ematico. Anche gli enzimi epatici e muscolari aumentano perché il poco sangue che perfonde gli organi porta alla loro sofferenza, spesso si osserva anche ipoglicemia. Ma la caratteristica sicuramente più eclatante sono gli elettroliti. Nelle forme tipiche il Sodio è basso e il Potassio è tendenzialmente elevato. Si ha un forte sospetto clinico quando il rapporto tra questi due elettroliti è <24. Purtroppo anche questo riscontro, sebbene molto caratteristico, non è patognomonico perché si può osservare anche in altre patologie (danno renale acuto e alcune parassitosi). Esistono poi quei soggetti in cui non si osserva la cosiddetta inversione elettrolitica, che costituiscono circa il 30% dei casi. Sono pazienti meno gravi e si parla per loro di Addison Atipico.
La diagnosi di conferma si basa sulla dimostrazione della carenza degli ormoni, soprattutto il cortisolo, e dell’impossibilità di stimolarne la produzione. Si effettua pertanto il test ACTH. Questo test avviene in due tempi: inizialmente si misura l’ormone nel sangue (tipicamente il cortisolo, ma sarebbe preferibile misurare anche l’aldosterone), poi si inietta l’ACTH che stimola l’attività delle ghiandole surrenali e si ritestano gli ormoni dopo un’ora. Nei soggetti normali si assiste ad un incremento di cortisolo (ed eventualmente aldosterone) a seguito di stimolazione mentre i pazienti addisoniani hanno bassi valori ormonali sia prima che dopo. (Le ghiandole non funzionano e non sono in grado di produrre ormoni). Il cortisolo (e ancor più l’aldosterone) sono ormoni che devono essere misurati con metodiche particolari e specifiche per cui questi test vengono effettuati da laboratori Veterinari specializzati.
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Esiste una cura? Il cane può guarire?
Si tratta di una terapia sostitutiva, ovvero vengono somministrati gli ormoni che sono carenti, per tutta la vita. La prognosi è ottima! Questi soggetti quando sono stabili hanno una vita perfettamente normale, hanno solo bisogno di piccole attenzioni gestionali soprattutto quando si prevede uno stress, un viaggio o anche una chirurgia.
Abbiamo parlato essenzialmente del cane perché nel gatto questa patologia è estremamente rara (sono segnalati pochi casi al mondo) anche se ugualmente subdola e pericolosa.
Bene Paola, ti ringrazio infinitamente da parte mia e anche da parte di tutti i lettori di Amica Veterinaria per questa intervista. Sono sicura che sarà utile a molti!
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